Tra un mese esatto, il referendum sul taglio dei parlamentari

Tra un mese esatto, si terrà il referendum costituzionale in tema di riduzione del numero di parlamentari, salvo indicazioni differenti legate alla gestione del coronavirus. Il voto, al momento, è confermato per domenica 29 marzo dalle 7 alle 23, nelle sedi abitualmente utilizzate per le operazioni di voto. I cittadini italiani residenti all’estero votano per corrispondenza o possono optare per esercitare il voto in Italia, seguendo le indicazioni riportate sul sito della Prefettura. Ma per cosa si vota, precisamente? La riforma costituzionale sul taglio dei parlamentari riduce il numero di deputati, che passano da 630 a 400, e quello dei senatori, che da 315 diventano 200. In totale, quindi, le due Camere perderebbero 345 componenti. Al posto dei 5 senatori a vita nominabili da ciascun presidente della Repubblica, ci sarà lo sbarramento a 5 totali. Ridotti anche gli eletti all’estero: i deputati scendono da 12 a 8, i senatori da 6 a 4. Come si è arrivati al voto? A inizio ottobre, la Camera ha approvato la riforma per il taglio dei parlamentari con 553 voti a favore, 12 contrari e 2 astenuti. Tecnicamente, la riforma è legge, però si voterà per decidere se tenerla o meno. Perché? Perché la Costituzione prevede tre modalità per avviare un referendum: o lo chiedono 5 mila elettori, o lo invocano formalmente 5 consigli regionali, oppure servono le firme di un quinto dei membri di una delle due Camere. Per questa terza opzione, servono 126 deputati oppure 64 senatori. Nel caso specifico, a muovere la macchina sono stati 71 senatori. Che quesito si troverà sulla scheda elettorale? «Approvate il testo della legge costituzionale concernente “Modifiche agli articoli 56, 57 e 59 della Costituzione in materia di riduzione del numero dei parlamentari”, approvato dal Parlamento e pubblicato nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana – Serie generale – n° 240 del 12 ottobre 2019?». Chi vota sì, accetta il taglio dei parlamentari, chi vota no invece si oppone. Non c’è il quorum.

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